Anno Sociale: 2014 – 2015
I martedì di San Domenico
Martedì, 10/10/2014 | Ore: 21,00
Papa Francesco e l’Evangelii Gaudium
Dopo il conferimento e la lettura della motivazione, letta dalla Presidente dr.ssa Valeria Cicala, della tessera ad honorem del Centro San Domenico a Fratel Enzo Bianchi, fondatore della Comunità di Bose, ed un breve saluto da parte di Padre Giovanni, è iniziato l’intervento di Enzo Bianchi.
Ho incontrato alcune volte Papa Francesco – dice Bianchi – e ciò che mi ha particolarmente colpito è che ho avuto l’impressione che il Papa voglia attenersi strettamente al Vangelo . Papa Francesco è uno di quei rari cristiani che ha avuto coscienza: che nella Chiesa c’è un fuoco inestinguibile che brucia ed è il Vangelo di Cristo, ma spesso è coperto di cenere. A volte è la Chiesa stessa che sparge questa cenere, che non è fuoco perché è inerte, ma coprendolo lo conserva. Papa Francesco ha il coraggio di scoprire la brace per fare in modo che il fuoco torni ad ardere. D’altronde, proprio per questo il Papa ha preso il nome di San Francesco che aveva ricevuto una missione:”Va e ripara la mia casa”. Tante volte nella storia abbiamo visto la Chiesa risorgere dopo un periodo oscuro, ora è Papa Francesco che intende riattizzare il fuoco e possiamo dire che dopo una stagione della chiesa che è stata definita “nebbiosa” e “inverno ecclesiale”, ci è stato dato come dono inatteso Papa Francesco che ha esplicitato subito la sua convinzione: “Ecclesia semper reformanda” e quello che il Papa intende non è una riforma esteriore per aggiustare la vecchia macchina ecclesiale, ma una riforma intesa a mutare il cuore dei cristiani, che è l’unica che può far scaturire i criteri per la riforma delle istituzioni. Povertà, umiltà e misericordia devono essere i criteri di una vera riforma. La Chiesa deve conformarsi al modo di parlare di Cristo e Papa Francesco in questo senso ha compiuto tanti gesti significativi; egli vuole esprimere il suo Ministero anche con le scelte quotidiane mostrando così di essere un cristiano che tenta costantemente di conformarsi al Vangelo.
Come dichiara nella Evangelii Gaudium, Francesco vuole riprendere quella riforma che era già nelle intenzioni di Papa Giovanni quando ha indetto il Concilio. Se però è vera questa volontà di riforma, è vero anche che prima di tutto è necessaria una riforma che tocchi la vita dei cristiani nella Chiesa che deve diventare luogo di dialogo, uno spazio dove tutti possano esprimersi ed essere ascoltati. Il rinnovamento da cercare è quello che deve scaturire dal confronto fra l’immagine ideale della Chiesa quale Cristo vide e volle e il volto attuale che la Chiesa oggi presenta. E perché la chiesa sia sempre più conforme alla volontà del Signore, la riforma deve riguardare anche il Papato, questo ministero voluto da Cristo stesso ed essenziale per la chiesa cattolica, ma lo stile e la forma possono anzi devono cambiare. Purtroppo su questa strada, dice il Papa nell’Evangelii Gaudium, siamo avanzati poco ed è per questo che ha iniziato una consultazione al fine di trovare, con le chiese ortodosse d’oriente, una forma dell’esercizio del ministero petrino che tenga conto della sinodalità che è irrinunciabile. E l’unità, dichiara Francesco, non verrà come un miracolo alla fine, ma dobbiamo lavorare noi. L’unità viene nel cammino e dobbiamo studiare quali strade sono praticabili per conciliare primato petrino e sinodalità. E per questo la riforma della chiesa è importante. Solo una chiesa misericordiosa può evangelizzare, una chiesa che preferisce la medicina della misericordia alle armi del rigore. Dobbiamo sempre ricordare che Gesù vede la chiesa come una comunità di peccatori sempre perdonati, mentre spesso, purtroppo, noi la consideriamo una comunità di salvati mentre gli ingiusti sono guardati come quelli che stanno fuori.
Il tema della misericordia ricorre spesso nella Evangelii Gaudium. In un altro punto della Lettera Apostolica il Papa dice:”la misericordia è in sé la più grande delle virtù, infatti spetta alla misericordia donare ad altri e, quello che più conta, sollevare le miserie altrui.”
Sia ben chiaro, non c’è nulla da cambiare nella dottrina perché la parola di Cristo resta immutabile, ma c’è in Papa Francesco la volontà di mettere fine ad ogni intransigentismo.
Certo, di questo Papa saranno ricordati soprattutto i suoi incitamenti verso misericordia e povertà perché il mistero cristiano si riassume soprattutto nel Cristo povero e misericordioso. E se la chiesa deve essere la Chiesa di Cristo, allora deve percorrere il cammino che ha fatto Cristo, facendo di umiltà, povertà e mitezza, il suo stile. La vita e la missione della chiesa non si misurano in termini esteriori. Come disse il Papa quando si recò ad Assisi: “Se non riesco ad essere un servitore del Vangelo, la mia vita non vale niente”.
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