Anno Sociale: 2016 – 2017
I martedì di San Domenico
Martedì, 31/01/2017 | Ore: 21,00
La parola e la politica
Già nel V sc. a.C. il sofista Gorgia aveva teorizzato che “la parola è un potente sovrano che compie i più grandi miracoli: spegnere la paura, eliminare la sofferenza, alimentare la gioia, accrescere la compassione”. Alla parola tutto è possibile, vincere tutte le cause, anche quelle manifestamente deboli, grazie alla sua triplice funzione: insegnare (docere), “affascinare” (delectare), “convincere” (movere).
La parola, il logos, come afferma Aristotele, è la marca distintiva dell’uomo che lo differenzia dagli animali che ne sono privi (a-loga). Pertanto non solo alcuni studiosi, ma tutti dobbiamo essere “filo-logi”, vale a dire “amici e curatori della parola”.
Essa, ci insegna Cicerone, può costruire o distruggere la Respublica, a seconda che sia praticata dai demagoghi o dai saggi, perché può edificare o distruggere le città, cancellare o redigere costituzioni, far scoppiare o far cessare le guerre. Essa ha un duplice taglio, un duplice segno: positivo o negativo, a seconda che sia sim-bolica, nel segno dell’unità, o dia-bolica, nel segno della divisione. Fondamentale che il logos coinvolga e attraversi l’altro facendosi dia-logos, dialogo appunto.
Una domanda si impone: che ne è oggi della parola? Come mai nell’era del web planetario e del maximum di mezzi di comunicazione, minima è la comprensione? Costruttori di una quotidiana Babele linguistica, viviamo nel bisogno e nell’attesa di una pentecoste laica che ci consenta di leggere il mondo e di capirci ognuno nella propria lingua.
Partecipanti: