Andare dietro le sbarre: vi si trova una povertà umana e sociale che difficilmente riusciamo a digerire, ma essa è l’altro lato della nostra società. In questa serata che prende spunto dal volume “ I volti della povertà in carcere” le voci di uomini e donne che vivono l’esperienza del carcere di San Vittore come condannati o come operatori si riflettono nelle fotografie in bianco e nero che ne ripresentano l’ambiente, nei suoi diversi volti oggetti e luoghi. Le immagini sono accompagnate dai testi di Rossana Ruggiero, dalla presentazione del cardinale Matteo M. Zuppi e da una postfazione conclusiva di Filippo Giordano, nominato Segretario per l’inclusione dei detenuti al CNEL. La luce delle fotografie, magistralmente catturata da Matteo Pernaselci, apre uno squarcio di speranza nel buio di tanti vissuti.
In carcere, le sbarre stanno dappertutto. non ci sono solo quelle alle finestre, ci sono anche quelle che ti porti saldate sulla pelle e nell’anima.
Come scrive il nostro Cardinale Matteo Maria Zuppi:” un carcere solamente punitivo non è né civile, né umano e nemmeno italiano perché non risponde a quanto abbiamo sottoscritto nel patto fondamentale della nostra cittadinanza. La sicurezza non è data dalle famose chiavi da buttare, ma anzi esattamente dal contrario, cioè dalla rieducazione…”
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